2011: l’anno del «land grabbing» – Corriere della Sera
«Land Grab», traducibile in «rapina (grab) della terra (land)”, non è ancora la parola dell’anno come «spread» ma ne sentiremo parlare sempre di più. Da una parte i governi di nazioni più ricche, che cercano terre per produrre cibo da riportare in patria per garantire sicurezza alimentare ai propri cittadini, o multinazionali a caccia di appezzamenti per produrre a costo più basso. Dall’altra i contadini e le terre in cui vivono da secoli, che garantiscono loro (quando pure lo fanno) la sopravvivenza, e quei diritti fondamentali al cibo, alla vita, spesso non scritti ma non meno autentici. E ormai sistematicamente violati. Un fenomeno in crescita esponenziale. In 10 anni, (secondol’International Land Coalition) 203 milioni di ettari sono stati acquistati (ceduti) o affittati a 40/50 e fino a 99 anni (o sono in via di): una superficie pari a 7 volte quella dell’Italia, oltre 20 volte quella delle nostre terre coltivabili, più o meno le dimensioni dell’Europa nord-occidentale.
No comments yet.