Una svolta antropologica
Il 2012 comincia con un nuovo governo per il Paese . Non sappiamo quanto potrà durare, non sappiamo se prenderà le decisioni giuste per cominciare ad uscire dall’abisso della crisi economica, morale, politica nel quale siamo precipitati.
Ci auguriamo che sia il segno di una svolta possibile per questo Paese troppo martoriato. Una svolta antropologica prima ancora che politica. Davvero l’aria si era fatta irrespirabile, e deve essere motivo di attenta riflessione come sia stato possibile che si sia giunti a questo livello.
Adesso che vediamo volti di persone che conoscono quello di cui parlano, che sono misurate nelle espressioni, che conducono una vita normale possiamo forse percepire con maggiore nettezza il contrasto con il circo che ha dato spettacolo sino a pochi giorni fa. Un presidente del consiglio che si esprime in modo grigio, magari noioso, fa il suo dovere. Se cerchiamo la battuta di spirito, la barzelletta e l’ammiccamento è meglio rivolgersi ad altri luoghi che non il Parlamento o il Governo. Speriamo di aver chiuso con Ministri della Repubblica che usano più il dito medio del congiuntivo, più l’aggressione verbale da tecniche di persuasione che il ragionamento. Abbiamo visto delle donne vere in posti di enorme responsabilità, non delle Barbie adoranti; uomini con una credibilità internazionale, non adulatori e servidorame vario.
Quanto ci è costato l’ultimo anno di non governo propiziato dalla conversione sulla di via Damasco di un personaggio come Scilipoti? Come è stato possibile vederlo legittimato nella maggioranza del precedente presidente del consiglio? Eppure in tanti avevano segnalato ormai da molti anni l’inaffidabilità di un personaggio che ha modificato costantemente le regole, anche quelle del linguaggio e della semantica, a proprio favore. Che non ha saputo immaginare per se stesso altro che un super varietà televisivo all’ennesima potenza? Le regole formali della democrazia non sono sufficienti a vaccinare un Paese dalle ubriacatura populiste, volgari, superficiali;occorre un tessuto etico, culturale, un’attenzione al bene comune. Questo è clamorosamente mancato in Italia. C’è stata una spirale perversa tra la manipolazione mediatica e la complicità dei manipolati. Comportamenti che in Europa e in gran parte del mondo erano giudicati prima ridicoli, poi incredibili e poi insopportabili, da noi sono stati tollerati – se non (più spesso di quanto vorremmo pensare) ammirati.
Vorremmo un po’ di pulizia, di silenzio, di sobrietà. Non è una questione politica: la politica è una dimensione importante, nella quale è legittima la presenza di diverse opzioni. Ma l’ostinata difesa del proprio personale interesse ha travolto la politica, degenerandola in difesa della casta e aprendo la via a diversi tipi di esiti: dalla rivolta morale all’insofferenza qualunquista.
Abbiamo perso una guerra, abbiamo perso pezzi di sovranità nazionale. Come altre volte in passato, occorre ricostruire dalle macerie. Macerie che hanno coinvolto anche molte parti politiche. Le macerie riguardano la precedente maggioranza, che pur avendo il più alto numero di parlamentari rispetto alle opposizioni dell’intera storia repubblicana, si è impantanata in un immobilismo che ha enormemente danneggiato il Paese – pur di non perdere altri pezzi e pur di acquisire da altri partiti la peggior rappresentanza di personaggi impresentabili. Oppure ha giocato in maniera irresponsabile con la coesione nazionale, con lo spirito di appartenenza, con il senso di umanità verso le fasce deboli e gli immigrati.
Ma le macerie non risparmiano neppure la precedente opposizione. Settarismi, divisioni continue, desiderio di primeggiare, di cogliere vantaggi per la propria parte anche a prezzo di danni enormi per il bene comune, residui ideologici, hanno tolto forza ai rappresentanti migliori dei civil servant a favore di progetti personali e di strategie di corto respiro.
Anche i cattolici, in parte non indifferente, hanno troppo tollerato e troppo acconsentito. Adesso il vento è forse cambiato, l’aria si va un po’ purificando, come aveva auspicato il card. Bagnasco. Ci auguriamo che sia l’inizio di un cammino coerente, condiviso.
Il rigore ha cominciato ad esserci. La serietà la stiamo apprezzando tutti. L’equità, la lotta all’evasione e ai privilegi ancora non le vediamo: che arrivino presto.
Thank you for your blog! I really appreciate what you’re providing here.