15 miliardi per gli F35. Ma ne vale la pena?
Centotrentuno aerei per un costo di 15 miliardi di euro. Mentre anche il presidente americano Obama annuncia tagli pesanti alle spese militari – 487 miliardi di dollari in meno che incideranno anche sull’acquisto dei nuovi aerei – e molti parlamenti nazionali dibattono del costosissimo programma di armamenti, l’interrogativo comincia a farsi spazio nel mondo politico italiano. Trovando consensi a sinistra, ma disponibilità a discuterne anche a destra. La crisi economica sembra dare ragione a quella parte della società civile impegnata da qualche anno nella campagna «No F35» che coinvolge molte sigle del mondo cattolico. E alla vigilia dell’Epifania, il vescovo di Pavia, Giovanni Giudici, presidente di Pax Christi Italia, ha lanciato un forte appello contro la «follia dei 131 cacciabombardieri che costano quasi 150 milioni di euro l’uno» perché «anche le spese militari devono essere drasticamente tagliate».
Monsignor Giudici plaude alla «rottura del silenzio che copriva questo progetto: sempre più palese è l’assurdità di produrre armi investendo enormi capitali mentre il grido dei poveri, interi popoli, ci raggiunge sempre più disperato». Il vescovo presidente di Pax Christi ricorda che «i Magi per un’altra strada fecero ritorno. Anche per noi vale l’invito a intraprendere una strada diversa orientando ogni scelta alla via esigente e necessaria della pace. Per questo esigiamo un ripensamento di queste spese militari con un serio dibattito in Parlamento».
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