Il mondo e il mio obiettivo

Il mondo e il mio obiettivo è un viaggio nella vita della fotografa Gisèle Freund osservato dall’obiettivo della sua macchina fotografica. Studentessa a Francoforte, emigrata a Parigi nel 1933, Gisèle divenne un’importante fotografa che lavorò per la rivista Life e per l’agenzia Magnum. Le sue fotografie sono intense, psicologiche, sembrano cogliere la personalità dell’uomo che ritraggono. Tra queste ricordiamo l’intensa foto che scattò a André Malraux, le bellissime che fece a Virginia Woolf poco prima che morisse, ma anche le foto a colori che scattò a James Joyce e quelle che fece ai vestiti lussuosi di Eva Peron. Il suo lavoro si consacrò interamente ai volti. Le interessavano le persone, le loro pene e le loro gioie, voleva coglierne le espressioni e i gesti caratteristici. Tutto quello che cercava era visibile nel volto. La fotografia è diventata oggi un oggetto della nostra quotidianità, tutti possono fare foto con grande facilità, ma non è stato sempre così. La tecnica ha semplificato molto il gesto fotografico delegando i compiti più complessi alla macchina, così che a noi non resta che premere il bottone e aspettare che la macchina faccia il resto. In un periodo in cui la tecnica fotografica compie passi da gigante Gisèle Freund ribadisce l’importanza dell’uomo dietro la macchina fotografica, cosciente che per fare delle buone foto non è sufficiente possedere una buona tecnica ma è necessario imparare a vedere. “Un fotografo può avere una totale padronanza del suo mestiere e produrre una fotografia tecnicamente perfetta. Se questa immagine è intercambiabile con quella di un altro, buon tecnico quanto lui, non è che un artigiano.”
Gisèle Freund, Il mondo e il mio obiettivo, Abscondita, Milano 2011, pp.202, 22€
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