“Ero la musa di Pasolini ora servo Madre Teresa”-

lei si muoveva sul set in modo enigmatico, con il suo fisico sottile: «Gli unici film che ho rivisto sono quelli di Pasolini», afferma. Poi l’addio alla nazione che amava, ma che la deluse: «Gli Anni Settanta in Italia sono stati quelli del rapimento di Moro, delle Br, del delitto del Circeo…Io venivo dall’Eritrea, un Paese tranquillo, quella violenza mi ha sconvolto». Compreso l’assassinio di Pasolini: «E’ morto male, tanti non hanno nascosto di essere contenti…Diceva sempre la verità, non si è mai nascosto. La sua fine mi fece soffrire ma non mi stupì. Scriveva e incendiava gli animi, si era fatto tanti nemici. “Tu sei buona”, mi diceva. Alla fine era stanco di difendersi».

Anche lei, che adesso ha amici soprattutto fra gli homeless, tra i messicani di Downtown, tra i volontari della Casa di Madre Teresa: «Gente da cui non devo difendermi», dice. Si è sposata, è arrivata negli States: «Mi hanno aiutato Rossano Brazzi, Fernando Ghia, produttore di “The Mission”, con De Niro, e Buck Henry, co-sceneggiatore de “Il laureato”». Ma alla prima audizione è scappata: «Con me in attesa c’erano centinaia di persone, e allora ho ricordato le parole di Pasolini quando gli parlavo della durezza del cinema italiano: “Vedessi quello di Hollywood – mi ha risposto quello sì che è crudele”».

via “Ero la musa di Pasolini ora servo Madre Teresa”- LASTAMPA.it.

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