Il potere di Internet è l’anonimato

Prima di concedere un’intervista alla «Lettura», Jacob Appelbaum, l’hacker più famoso d’America, chiede se può prendere informazioni. Apre il pc nero con etichetta TypePad e per tre minuti, sguardo fisso sullo schermo, fa vibrare la tastiera. La diffidenza dell’attivista digitale, ricercatore di computer science alla Washington University, non è eccessiva: da quando l’Fbi ha scoperto la sua attività di ambasciatore per Wikileaks — l’organizzazione internazionale guidata da Julian Assange che lo scorso anno ha fatto tremare i governi di tutto il mondo rivelando informazioni segrete — il ventottenne americano è pedinato come fosse un pericoloso terrorista.

Wikileaks è solo una delle attività di Appelbaum. Quella più importante si chiama Tor Project, un software che permette la navigazione anonima su Internet: «Con 500 mila utenti al giorno — spiega — Tor è diventato un’alternativa alla Rete sorvegliata da governi e dai colossi del web a caccia di dati personali da rivendere alle aziende».

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