Ma il “buono a sapersi” di Google è davvero buono per me?
La vasta campagna pubblicitaria Good to Know, lanciata in Usa da Google qualche settimana fa, è ancora in pieno svolgimento. Questo ad esempio è uno dei poster usati nella metro di New York (clicca sull’immagine per ingrandirla).
L’obiettivo nascosto dietro la leggerezza dei messaggi ha ormai fatto il giro del mondo: giustificare l’introduzione di alcune modifiche legate allo sfruttamento dei profili e alle attività degli utenti online, minimizzando gli aspetti legati alla protezione della privacy (come ad esempio sottolineato in questo approfondimento del New York Times). Ma perché proprio adesso si sta insistendo su questi aspetti? Per rispondere alla domanda bisogna fare un passo indietro. Alla fine del 2010, la Federal Trade Commission, l’agenzia governativa americana che tutela i diritti dei consumatori, avanzò la proposta del cosiddetto Do-Not-Track, cioè la possibilità per gli utenti di disabilitare il tracciamento dei propri movimenti in Internet.
via Ma il “buono a sapersi” di Google è davvero buono per me? – LASTAMPA.it.
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