Quando le suffragette erano trattate da terroriste

Primo marzo 1912. Un secolo e pochi giorni fa. Davanti a un ufficio del governo nel West End londinese si radunano centinaia di signore della media borghesia inglese vestite elegantemente. Cappelli a tesa larga, corpetti, giacche grigie, borse, un filo di trucco e cartelli che ribadiscono gli slogan gridati a voce alta: «Voto alle donne», «Il governo ci sta uccidendo», «Fermate le torture contro di noi». Sono suffragette, militanti dell’Unione Sociale e Politica delle Donne nata nove anni prima. In quel momento la primavera della loro protesta esplode platealmente, trasformando episodi di lotta quasi sempre isolati in un’onda talmente alta da travolgere le secolari abitudini britanniche. Rivendicano un diritto apparentemente banale: fare parte della vita democratica di un Paese in cui le «architette» – loro si definiscono così – sono sei, le veterinarie tre, le commercialiste due. E in cui le Università di Oxford e di Cambridge si rifiutano di laurearle.

via Quando le suffragette erano trattate da terroriste- LASTAMPA.it.

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