Vade retro diavolo scatenato
Il diavolo? Non è un caprone; al massimo un capro… espiatorio. Il primo fu il filosofo René Girard, dopo aver «visto Satana cadere come la folgore» (titolo di un suo noto libro del 1999), ad applicare a messer Belzebù la sua «teoria vittimaria», basata per l’appunto sul sacrificio dell’innocente che riscatta il male. Ora, tra i discepoli che l’intellettuale transalpino conta chez nous, Claudio Tarditi – ricercatore in filosofia dell’università di Torino – estrae la demonologia girardiana in apposito volume: Il diavolo, probabilmente. Ripensare Satana oggi (Lindau, pp. 120, euro 12,50); tentativo di fondare una ««demonologia razionale» e ridare cittadinanza al diavolo nel pensiero contemporaneo, sfuggendo sia allo scetticismo razionalista sia agli spauracchi del fideismo.
La teoria non è semplice, professore. Vuole anzitutto spiegarla?
«Ho solo tirato le fila dell’ultimo Girard, il quale reinterpreta il meccanismo mimetico vittimario in termini demonologici. La tesi principale è che le rivalità umane siano innescate da processi satanici».
Che cosa succede, in pratica?
«Secondo Girard tutti gli uomini desiderano qualcosa, che però viene loro suggerito da qualcun altro. Noi cioè imitiamo sempre un modello: e già tale realtà si attaglia bene al Satana seduttore, che tenta con un’immagine di successo. Però tale processo crea inevitabilmente rivalità in quanto, se desidero ciò che appartiene già ad altri, l’oggetto viene conteso tra vari rivali. Si crea dunque un ostacolo (che Girard chiama “scandalo”) e si rivela un altro noto aspetto del diavolo, etimologicamente il “divisore”. Non a caso, nel passo evangelico del Vade retro, a Satana viene associato proprio lo “scandalo”».
È allora che scatta la violenza?
«Appunto. E quando le rivalità passano a scala planetaria, spesso si autoregolano attraverso un meccanismo di espulsione, veicolando la cattiveria di tutti contro uno solo: il famoso capro espiatorio. Mi pare il coronamento del sistema satanico: la demonizzazione dell’innocente. Perché siamo tutti bravi a scagliarci contro le sette sataniche, che rappresentano una minoranza, dimenticando come a livello più profondo siamo tutti imparentati con la medesima logica».
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