Enzensberger: le difficoltà dell’Europa

«Q​uesto saggio termine, “sussidiarietà”, rimane inadempiuto, anche se lo si ripete senza sosta come un mantra». Oggetto, l’Unione europea, schiacciata sotto una burocrazia letteralmente pachidermica: nel 2005 il Giornale ufficiale dell’Ue pesava oltre una tonnellata, ovvero quanto un giovane rinoceronte. L’ultima edizione di tale documento, in lingua francese, era costituita da qualcosa come 62 milioni di parole. Il j’accuse non proviene da qualche politologo o filosofo cristiano (men che meno cattolico, sebbene la sussidiarietà sia uno dei capi saldi della Dottrina sociale della Chiesa), ma da un intellettuale “laico” qual è lo scrittore Hans Magnus Enzensberger: in un’intervista a Der Spiegel di qualche tempo fa considerava ancora «utilizzabile l’officina del signor Marx»; un suo ex docente di università, gesuita, lo invitò a studiare Marx per confutarlo meglio. Ed è dunque ancor più singolare il fatto che tocchi proprio al celebre poeta e saggista tedesco scandagliare e mettere il dito nella piaga di un’Europa che non funziona, che ha perso la sua vocazione iniziale, che sembra affossata in una distanza cittadini-istituzioni colmata da un deficit democratico che pare insanabile. «A differenza del classico stato di diritto, il regime dell’Unione europea non conosce una vera separazione dei poteri – recita uno degli esempi portati dall’autore di Nel labirinto dell’intelligenza (Einaudi) –. La Commissione ha praticamente il monopolio delle iniziative. Senza poterlo provare, possiamo supporre che i lobbisti attivi a Bruxelles abbiano più influenza sulle decisioni della Commissione di tutti i deputati». Il grido d’allarme di Enzensberger (appena pubblicato in Francia da Gallimard, Le deux monstre de Bruxelles ou L’Europe sous tutelle è alquanto preciso e provocatorio allorché denuncia «la tendenza a controllare e mettere tutto sotto tutela» da parte di una Commissione non eletta. Esempi di questo deficit? Per l’intellettuale mitteleuropeo sono diversi: «Il parlamento non può decidere del budget se non in accordo con il Consiglio europeo. Un solo rappresentante del Consiglio può bloccare le decisioni del Parlamento. La classica regola del no taxation without representation viene di fatto abolita»

via Enzensberger: Europa regime senz’anima | Cultura | www.avvenire.it.

, , , ,

No comments yet.

Lascia un commento

Leave your opinion here. Please be nice. Your Email address will be kept private.