Pensate che i commenti su internet siano un fallimento? E di chi è la colpa?

 

L’idea che i commenti nei blog potessero «catturare l’intelligenza dei lettori»? Era in voga fino a pochi anni fa, ma è stata travolta dalla realtà di pagine e pagine di reazioni fuori tema, prolisse e «tossiche» ai post e agli articoli online. «I commenti su internet si sono rivelati un fallimento».

È arrivato a questa conclusione Nick Denton, il 45enne «mercante di pettegolezzi» (così si definisce su Twitter) che sui commenti dei lettori ha costruito la fortuna del suo impero di blog da 500 milioni di «pagine viste» al mese: otto siti, tra cui il primogenito (nel 2002) Gawker,  ovvero «il guardone», e il tecnologico Gizmodo, il più cliccato (quello che pubblicò il prototipo dell’iPhone 4G dimenticato da un ingegnere della Apple al bar).

Le ragioni del «fallimento» dei commenti, non solo nei suoi blog ma anche nei siti web dei grandi giornali, secondo Denton, non sono tanto i «troll», e cioè i provocatori che amano suscitare la rabbia altrui e sbranarsi: quelli possono essere bloccati. «La vera tragedia è il trionfo della mediocrità»

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Evidentemente non basta scrivere. Occorre scrivere bene.

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