Paolo De Benedetti, “L’alfabeto ebraico”

Paolo De Benedetti, “L’alfabeto ebraico”, Collana Uomini e Profeti, Morcelliana, 2011

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In nessun’altra lingua, forse, come nell’ebraico, un alfabeto è così intriso di storia, di senso, di materia dell’uomo e di presenza di Dio. In nessun’altra lingua il codice espressivo è così denso di carne e di sangue, di interrogazione filosofica e di pensiero teologico. «Dio sul monte Sinai si è incarnato, se così si può dire, in una scrittura fatta con l’alfabeto», dice Paolo De Benedetti. Per questo a ogni singola lettera è dovuto rispetto, attenzione, amore. Per questo a ogni singola lettera è dovuto ascolto. Per questo a ogni singola lettera, che è depositaria anche di un valore numerico, è dovuta la fatica del calcolo e della corrispondenza. Paolo De Benedetti pratica in queste pagine innesti della sua intelligenza ironica nel rigoglioso patrimonio  della tradizione rabbinica, facendo germogliare una «abitazione del senso» dalle lettere «scolpite nella voce, intagliate nello spirito, fissate sulla bocca», facendo risplendere in esse le quattro «stelle polari» che defi niscono l’essenza dell’ebraismo.

via.http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-441a502f-96b3-42f6-9716-e46c935b81a4.html

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