Il Pulitzer a un robot?

Si evolvono i software per la scrittura
Si può fare giornalismo con la sola tecnologia, senza guida umana? È il timore di tutti i giornalisti. La rivista «Forbes» da qualche mese ha adottato il software di intelligenza artificiale Narrative Science www.narrativescience.com per generare in automatico articoli online su cosa aspettarsi dai bilanci aziendali. Basta compilare i dati e, in pochi secondi, il software «intelligente» produce storie anche godibili da leggere. Giornalismo fatto dai robot per i robot, ma è solo un esempio di tecnologie per automatizzare il giornalismo. Questi software finora funzionano in ambienti di nicchia: lo sport, la finanza, l’edilizia, tutte notizie che girano intorno ai dati.Incominciano però ad arrivare anche per le analisi politiche: per esempio, c’è un generatore di articoli su come la gara elettorale Usa si rifletta su social media come Twitter, quali gli argomenti e i candidati più discussi, con tanto di virgolettati più interessanti e condivisi. È facile capire perché allettino gli editori: costano molto di meno di un giornalista 10 dollari per un articolo di 500 parole che richiede solo un secondo per essere composto, con la promessa di articoli più «obiettivi» e approfonditi di quelli scritti da qualsiasi reporter in carne e ossa.L’obiettivo non è certo di scoprire scandali come il Watergate, ma moltissimi articoli non sono inchieste di quella portata. Secondo Eugeny Morozov, autore di «Net Delusion», non solo i giornalisti ma anche i lettori dovrebbero preoccuparsi dell’impatto civico di questa deriva tecnologica : se affidiamo tutto all’automazione, non solo addio privacy: addio democrazia.
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