Arezzo Scuola Digitale

di Anselmo Grotti
Una finestra sulla scuola in provincia di Arezzo
Il dibattito e le esperienze relative all’utilizzo delle tecnologie digitali nell’apprendimento ha ormai acquisito stabilmente due punti fermi:
– il passaggio, semantico e operativo, dal concetto di “strumenti” a quello di “ambiente”. Se lo strumento è qualcosa che “si aggiunge”, l’ambiente è il “luogo” dove avvengono le relazioni e i processi.
– il superamento della distinzione tra ambiente “fisico” e “virtuale” non solo nell’utilizzo blended delle tecnologie, ma nella consapevolezza stessa di un intreccio inseparabile tra le due realtà come dato specificatamente umano e culturale. È la realtà ad essere blended. La questione fondamentale è però comprendere che questo essere blended della realtà non accade solo da quando ci sono gli ambienti digitali, ma da quando esiste la cultura.
Se volgiamo lo sguardo agli ultimi trent’anni (oramai la distanza di una generazione) ci accorgiamo che non tutto è andato per il verso giusto nel rapporto tra tecnologie digitali e scuola. Non solo nel senso che la scuola ha fatto resistenza alla loro introduzione, ma anche in quello – ancor più preoccupante – che le tecnologie digitali non hanno spesso raggiunto i risultati che i più volenterosi tra gli innovatori auspicavano (o davano per scontato). Non è questa la sede per affrontare in modo adeguato questa fragilità delle esperienze innovative in ambito formativo. Ma lo è per sinterizzare alcuni punti fermi.
Occorre tener conto del percorso che è stato fatto in questi anni, l’esigenza di uscire dai regimi di sperimentazione, la consapevolezza di preferire gli standard aperti. C’è ancora qualcosa di non sufficientemente tematizzato: la cura per una consapevolezza culturale dei docenti riguardo alle modalità della comunicazione nel sec. XXI e la progettualità integrata per realizzare una comunità dell’apprendimento che sia condivisa e laboratoriale. Parlare di comunicazione nel sec. XXI non è soltanto parlare di computer, tantomeno di diffondere tablet e Lim. Il Direttore dell’USR Lombardia ha dichiarato, commentando il meritorio sforzo che ha portato la sua Regione ad essere all’avanguardia nell’adeguamento della piattaforme tecnologiche delle scuole: “è importante che non ci siano resistenze da parte dei professori[1]“. Affermazione davvero singolare. In mancanza di una adeguata percezione culturale le “resistenze” non verranno solo da chi è pregiudizialmente contrario all’innovazione, ma a volte anche da chi non è stato messo in condizione di percepire l’enorme possibilità di potenziamento non solo della didattica digitale, ma delle più profonde operazioni cognitive – comprese quelle “tradizionali”.
Offriamo questo spazio alle scuole della provincia di Arezzo per condividere le loro esperienze e riflessioni sul tema della scuola digitale, convinti che solo una cooperazione e una innovazione possano permetterci di affrontare con successo le sfide della formazione per le generazioni nate dopo il 2000.
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