I luoghi del comunicare esprimono una visione del mondo

di Anselmo Grotti

La comunicazione è un fatto complesso. Discende da una metafora fisica, che non va mai trascurata. Le idee si comunicano sempre attraverso un supporto. Un supporto che può essere immediatamente collegato alla parola, come la vibrazione dell’aria o la carta. Oppure un sistema di comunicazione fisico che fa circolare anche le idee e le informazioni, come i treni e le strade. E poi c’è la comunicazione non verbale: l’atteggiamento del corpo, la postura, l’aptica (il contatto corporeo), la prossemica (l’uso degli spazi e delle distanze), e così via.

Perfino il modo di impegnare il marciapiede è un elemento importante di comunicazione di valori, struttura sociale, visione del mondo. Anzi, è stato soprattutto un fatto di comunicazione politica.

Il linguaggio politico è ricco di espressioni che fanno riferimento agli spazi pubblici della città, luoghi per eccellenza della politica. Diciamo “manifestazioni di piazza”, “scendere in strada”, “barricate nei vicoli”, ..ma difficilmente pensiamo al ruolo dei marciapiedi in politica.

Eppure dovremmo ricordarci di un celebre episodio dei Promessi Sposi. Prima delle professione religiosa fra Cristoforo (ancora Lodovico) aveva avuto lo scontro che segnerà la sua vita proprio a causa del diritto di precedenza.  “Tutt’e due camminavan rasente al muro; ma Lodovico (notate bene) lo strisciava col lato destro; e ciò, secondo una consuetudine, gli dava il diritto (dove mai si va a ficcare il diritto!) di non istaccarsi dal detto muro, per dar passo a chi si fosse; cosa della quale allora si faceva gran caso. L’altro pretendeva, all’opposto, che quel diritto competesse a lui, come a nobile”.

Attenzione: non si tratta di decidere soltanto chi debba aver lo scomodo di spostarsi, ma sul fatto che il nobile abbia il diritto di mantenersi sulla sinistra. Secondo le consuetudini dell’Antico Regime hanno il diritto di mantenere sempre la sinistra, sia per strada che nelle scale ecc., per aver liberta di manovrare la spada, che di solito è tenuta con la mano destra. Già presso i Longobardi c’è l’identificazione semantica di “uomo” inteso come “uomo libero” con “uomo che porta le armi”: “arimanno” significa proprio uomo (Mann) in armi (Herr). Il nobile si distingue dal plebeo perché porta le armi, che sono una specie di ampliamento del suo stesso corpo fisico, una estensione tecnologica integrata nel corpo biologico che lo abilita a considerarsi di specie superiore. L’uso delle armi è un monopolio della nobiltà, in guerra come in pace (si ricordi che la caccia, evocazione della guerra, è riservata ai nobili e i plebei non possono permettersi di catturare “i cervi del re”). Sarà la Rivoluzione Francese a cancellare la pretesa differenza qualitativa tra i ceti sociali. Se la Repubblica proclama l’ègalitè dei cittadini, ecco che una forte simbolica è costituita dalla scelta di far tenere la destra egualmente a tutti, cancellando anche il ricordo dell’odioso discriminazione nobiliare e del privilegio delle armi. Il che spiega come mai in Gran Bretagna, acerrima nemica della Francia rivoluzionaria e di quella napoleonica, si sia continuato a tenere la sinistra anche per il traffico automobilistico. Per i treni, nati in Inghilterra, si era ormai imposto dappertutto il percorso sul binario sinistro, e questo residuo anglofilo è rimasto incancellabile anche per i giacobini.

Neppure nel Novecento si sono spenti gli echi dell’uso politico e discriminatorio delle regole di uso dei marciapiedi. Nel suo monumentale Vita e Destino (1960, ma con molte traversie – tra cui la confisca da parte del Kgb – che ne hanno ritardato la pubblicazione integrale), Vasilij Grossmann (1905-1964) racconta anche la sorte degli Ebrei sotto Stalin. Il dramma si raggiunse il 15 luglio 1941, quando fu loro imposto di evacuare le case portando via solo 15 kg di bagaglio. Ma da tempo c’erano stati soprusi e vessazioni. Per l’appunto anche il divieto di camminare sui marciapiedi. In Sudafrica è stato l’apartheid a separare i marciapiedi dei bianchi da quelli dei neri. In Italia nel 2011 le cronache hanno raccontato lo scontro a Napoli tra la giunta De Magistris e padre Zanotelli sull’idea di creare marciapiedi separati tra venditori italiani e immigrati.

 

 

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