La tecnologia del ricordo.

Lucia Tellini della classe 4L (esabac) sulla traccia di un saggio fornito dall’insegnante M.P.Nannini ha scritto:
“ È l’uomo della folla che non vuole né può star solo.”
Tipologia: Articolo di giornale
Scollegarsi, almeno provarci per un secondo con tutta la forza di cui si è capaci, dalla nostra civiltà tecnologica, tentare di sottrarvisi fin quando non ci ringhiotte e semplicemente guardarci intorno.
È necessario distaccarsene per riuscire a percepire la realtà delle cose; quella stessa realtà che coincide con la più debole e quasi commovente delle paure umane: la solitudine.
Più che schiave della tecnologia oggi le persone sono sottomesse alla paura, al magone che sale, al groppo alla gola che si forma quando si isolano, che tradotto in chiave moderna significa quando si scollegano.
E alla fine sono sempre i timori che muovono il mondo, basta guardarsi intorno per scorgere che ogni giorno della nostra esistenza lo passiamo a lasciare segni di noi, una traccia in un luogo ed in qualche esistenza, così, giusto per esser certi di non venire annebbiati nei ricordi del tempo.
È alle braccia sicure e sempre aperte dell’immortale tecnologia che ci rivolgiamo per essere aiutati nella nostra missione e così hanno fatto anche i youtubers definiti di terza età, che hanno trasformato in video-intervista quelle che sono state le loro esperienze in una sorta di banca della memoria, con la speranza consolatrice di aiutare ma soprattutto di rendere qualcosa che gli appartiene al mondo futuro.
È su questo che punta l’innovazione, all’importanza che viene dedicata al singolo, alla creazione del prodotto su misura, ad aprire ad ognuno quelle che sono le porte del proprio momento di notorietà, facendo credere di stendere ai nostri piedi ogni possibile informazione creando una rete di dipendenza dal senso d’importanza individuale.
Qui non emerge più la paura della solitudine, non si tratta più di lei, ma a prendere il sopravvento è un altro aspetto della natura umana; il non riuscire ad imporsi un limite come riporta il D. De Kerckhove “con la tecnologia cellulare è possibile controllare chiunque in una specie di riedizione del mito di Zeus” (alla ricerca dell’intelligenza connettiva).
E contrari o meno, una volta entrati in questa società di rete non è più possibile evaderne, poiché più si tenta di rifuggirla e più “saranno le reti ad occuparsi di voi” M.Castellos (Galassia internet).
Ed è innegabile che la comunicazione sia la base dell’educazione, ma una così grande mole di informazioni viene affidata al singolo che per natura non è in grado di gestirla.
Così,quando l’impulso di lasciare una traccia prende il sopravvento, spinto dalla potenza del mezzo a disposizione, non conta più la qualità delle informazioni ma la loro diffusione in quantità.
Ed ecco che sulla rete compaiono un numero sproporzionato di frivolezze, di critiche anche a generazioni precedenti che si impongono, ma, in qualche modo come afferma Y. Benkler “incontrare queste assurdità è positivo. Ci insegna ad essere scettici” (intervista del 10 maggio). È indubbio quindi che esse incrementino la nostra capacità di critica, ma importante è anche la ricaduta irreversibile che hanno sulle forme educative, politiche e linguistiche del nostro tempo.
È chiaro ormai che non si può più parlare di civiltà tecnologica come un avvenimento futuristico e lontano, che si continui a pensare che non vi siano effetti e ricadute sulla quotidianità.
Una prigione senza sbarre, una grande risorsa; in qualunque modo si voglia considerare la società in rete, ella ci alimenta ogni giorno, ci plasma e modella in silenzio, annebbiando la nostra individualità e nutrendosi del terrore che abbiamo verso il tempo per noi stessi.
Lucia Tellini
Liceo scientifico Redi,
4°L indirizzo linguistico, sezione ESABAC
Penso che l’articolo sia un pò pessimista. La tecnologia guidata offre grandi opportunità di comunicazione. Bisogna conoscerla bene e affrontare con sicurezza i cambiamenti del presente. Mi hanno insegnato che nella didattica così come nella vita non è la tecnologia che fa la differenza ma l’insegnante che la usa e la insegna. Dobbiamo adeguarci e prepararci per affrontare il futuro e renderlo attuabile.
Tiziana Aloisi
Lucia è una ragazza ” dagli occhi ridenti e fuggitivi” che comunicano ottimismo quando sta progettando il suo futuro e sfuggono lo sguardo quando dubitano che possa essere attuabile. Apprezza la nuova tecnologia della comunicazione tantoché le attribuisce un valore aggiunto: riuscire a colmare quei momenti di solitudine che assalgono tutti offrendoci la possibilità di comunicare velocemente, leggere racconti e storie di altri, narrarsi. Questo il senso del suo articolo, in cui ha palesato anche quelle critiche che sono proprie di chi fa della valutazione e della non sicurezza il proprio stile di vita.
MPia Nannini