Il fascino della carta

Di Anselmo Grotti

Ma come saranno i libri del futuro? Cominciano già a levarsi voci piuttosto scettiche sugli e-books – voci che non provengono più dai tradizionalisti legati a un passato considerato mitico). C’è chi sostiene infatti che il formato che si svilupperà molto sarà quello audio, opportunamente realizzato. Un po’ come i vecchi “sceneggiati radiofonici”, capaci di coinvolgere le emozioni e stimolare la fantasia.

Intanto, anche i libri di carta sopravvivono e sperimentano sempre nuove forme. Anche nel modo di essere scritti e stampati. Nel 2013 Dorst ha pubblicato il romanzo “S.”,una sorta di “scatola cinese”. Apparentemente è la storia de “La nave di Teseo”, scritta da un autore immaginario nel 1949. Ci sono però delle note scritte a mano sui margini. Il libro è graficamente un omaggio alla forma cartacea: il colore della carta, gli appunti a mano, i ghirigori del lettore, l’etichetta della collocazione nella libreria di un Liceo… Assieme alla vicenda stampata si dipana quella tra i due lettori, che si alternano nella lettura e comunicano attraverso note a margine di diverso colore (rosso e blu). La fisicità del libro, è intraducibile in un supporto digitale. La stessa confezione originale prevede una custodia che contiene il libro circondato da una striscia di carta che deve essere tagliata. Dentro il libro ci sono cartoline; lettere scritte a mano; fogli fotocopiati da riviste e di telegrammi; una newsletter della scuola; uno strano codice; un tovagliolo di carta di un bar. In Italia “S.” è stato pubblicato da Rizzoli Lizard.

Naturalmente non è proprio il primo caso di metascrittura nella storia della letteratura (basti pensare a Nabokov di Fuoco pallido e Danielewski di Casa di foglie), né è detto che si tratti proprio di un capolavoro. Dopo tutto è abbastanza semplice creare un percorso complicato di false piste e indizi criptici che danno il senso di un mistero in attesa di essere risolto, né questa è una rubrica di letteratura. Ma quello che colpisce, quello per cui ne parliamo, è la capacità del fascino della carta di persistere.

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