Cosa rende possibile la comprensione?

di Anselmo Grotti

  1. In primo luogo occorre la funzionalità dello strumento di comunicazione. Una radio guasta, un libro bruciato, un dvd spezzato, non hanno nessun contenuto comunicativo.
  2. Successivamente occorre che sia possibile la ricezione sensoriale del linguaggio di comunicazione. Se sono completamente sordo non potrò ascoltare la radio che pure funziona, se sono cieco non potrò leggere il libro che pure non è bruciato.
  3. A questo punto entra in gioco la comprensione sintattica della comunicazione. Devo conoscere ad esempio le singole parole della frase, le regole del verbo, quelle che specificano il soggetto, i vari complementi; devo conoscere il modo con cui le parole si combinano tra loro. È un po’ come leggere un testo dando importanza solo alla corretta pronuncia delle parole e dei loro legami.
  4. Ma, come sosteneva il filosofo del ‘900 Gadamer, “leggere non è sillabare”. Non basta aver letto correttamente un testo per averlo compreso: quest’ultimo passo è compiuto dalla comprensione semantica della comunicazione, cioè il significato.

I primi due passi sono di carattere fisico e il terzo è formalizzabile in un insieme di procedure definite che decodificano un sistema di segni. Il punto più delicato è il quarto: lo possiamo scomporre in un insieme di regole definito una volta per tutte e che quindi possono eventualmente essere riprodotte artificialmente? La comprensione umana è un processo che si può emulare, e quindi automatizzare?

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