Il ruolo della Filosofia nel mondo contemporaneo

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“IL RUOLO DELLA FILOSOFIA NEL MONDO CONTEMPORANEO”

di Tiberi Francesca classe IV A

Nel mondo contemporaneo, dominato dalla tecnologia, dall’informatica e dal progresso, insegnare una disciplina come la filosofia presenta molti e notevoli problemi, che sorgono dalla necessità di giustificare l’utilità pratica di tale apprendimento. La scuola spesso è costretta a dover fornire agli allievi spiegazioni valide circa il senso ed il valore della filosofia.
Alla domanda «a che cosa serve la filosofia? – Giorello, nel Corriere della sera, risponde – a niente, e a nessuno». Comunemente si crede che la retorica e le speculazioni verbali siano ormai poco significative per la quotidianità. Sembrerebbe molto più vantaggioso conoscere nozioni di economia, piuttosto che disquisire intorno ai problemi di carattere metafisico o morale.
Eppure, quanto più se ne parla tanto più la filosofia trova spazio nelle scuole secondarie superiori e nei cosiddetti “Festival della filosofia”. Come riporta Giorello, «parecchi sono rimasti sorpresi dal successo di una simile iniziativa, in un tempo, il nostro, che sembrerebbe sempre più quello dell’indifferenza..». Anche nell’antica Grecia, dove tale disciplina ha avuto origine, si tenevano dei dibattiti filosofici nell’Agorà, che avevano come obiettivo quello di persuadere gli ascoltatori con l’arte della retorica e imporre, così, il proprio pensiero. La filosofia nasce, infatti, come necessità di pensare, di confrontarsi e di dare delle risposte ai numerosi interrogativi circa l’esistenza del mondo e dell’uomo. Bisogna riscoprire la necessità di pensare, soprattutto oggi giorno, perché è stata offuscata a causa dell’incombente avanzata di altre discipline scientifiche e dal fatto che in ambito politico ed economico la filosofia si mostra fragile.
Infatti, essa perde via via il suo ruolo essenziale in una società dove sono sempre più insistenti le immagini “devianti” proposte dai mass media. Ciò trova conferma nelle parole di Mario Baudino: «nulla e nessuno è mai completamente al riparo dal luogo comune, dal fanatismo, dalla stupidità». L’uomo ha subito un processo di omologazione perdendo la propria capacità di pensare, esprimersi e quindi agire, adeguandosi ai modelli accolti da tutti. Tuttavia, l’unico e il vero modo per essere “liberi”, con un ruolo attivo nella società, è riscoprire la necessità di pensare. La filosofia è «un libero esercizio del pensiero”, che si sottrae a qualunque rigida forma o definizione» (Giorello); la filosofia è «spirito critico» ed è «profondamente democratica» (Remo Bodei).
Infatti, essa permette a chiunque di esprimersi, di esprimere se stesso e, al contempo, di relazionarsi con gli altri. Come esordisce Remo Bodei «la filosofia ha l’esigenza di comunicare, discutere e mettere alla prova le idee in uno spazio pubblico».
«..Abbiamo sempre più bisogno di filosofia… La voglia di filosofia cresce»: questa è la riflessione di Mario Baudino, riportata ne “La Stampa”. Ciò che più importa non è , infatti, il raggiungimento di dati certi o dal sapere assoluto, ma che l’uomo diventi capace di dare un senso agli avvenimenti in cui è impegnato, alle idee che sostiene, alle passioni che lo travolgono e ai progetti che si impongono.
La filosofia non è affine a se stessa; non mira soltanto al vero, ma anche all’utile. Il libero pensiero può illuminare la strada per il progresso collettivo e spalanca le porte alle idee rivoluzionarie. Inoltre, la filosofia trova il suo più grande adempimento nell’interiorità dell’uomo, per il quale è ovviamente nata. Essa porta risposta, come afferma Bodei , «agli interrogativi riguardo la vita, la morte, la verità, la bellezza, la condotta morale, l’amore… La maggior parte di noi, in questi casi, è come quei cani ai quali, si dice manca solo la parola. La filosofia al pari della grande arte dà loro voce in forma perspicua, articolata e premiante».
L’uomo incapace di riflettere è solo un vuoto “simulacro” senza intelletto: è il pensiero che rende l’uomo tale. Ed è per questo che il pensiero può essere considerato il “motore” delle attività economiche e sociali, ma anche di quelle politiche. Però è necessario, come abbiamo già detto, riscoprire la sua necessità provando per esempio, come invita Bodei, ad «immaginare il nostro mondo senza di esso».
Sicuramente saremo ciechi, non saremo più consapevoli e in grado di partecipare attivamente nella società in cui ci troviamo. Quindi l’obiettivo dei docenti di filosofia dovrebbe essere quello di trasmettere ai giovani la consapevolezza che attraverso lo studio di questa disciplina essi potranno giungere alla “conoscenza di se stessi”.

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