La disfida di Faenza

Sandra Ferruzzi
Se sia il riconoscimento dell’originaria libertà dell’uomo ciò che rende libera la società, o se sia lo sviluppo di una società libera a liberare l’uomo: questo il tema discusso al “Forum della filosofia” il concorso nazionale promosso dal Liceo Torricelli di Faenza. Si tratta di una sfida lanciata agli studenti delle classi quarte e quinte dei licei; lo scopo dichiarato è l’approfondimento di problematiche filosofiche, l’affinamento delle capacità di dialogo, di discussione e di argomentazione.
Il concorso prevede lo svolgimento di un dibattito pubblico su un tema assegnato; una prima selezione si svolge nel mese di aprile: al il Liceo Gioia di Piacenza afferiscono i gruppi concorrenti dei licei del Nord; al Torricelli di Faenza quelli del Centro; allo Scacchi di Bari quelli del Sud. Restano in gioco per la finale in tutto sei scuole. Davanti ad una platea di ascoltatori e ad una giuria di addetti ai lavori gli studenti illustrano in sintesi i risultati della loro ricerca e rispondono alle domande rivolte loro dai componenti degli altri gruppi e dal conduttore del Forum. La peculiarità di questo evento sta nell’esporsi “in diretta”. Non basta aver metabolizzato conoscenze e neppure aver elaborato una tesi. Occorre anche sostenere l’impatto emotivo del contesto e reggere al “fuoco incrociato”, insomma tirare fuori il carattere.
Sono due anni che il nostro Liceo partecipa a questa iniziativa. Sono due anni che con un misto di soddisfazione e rammarico ci posizioniamo al secondo posto.
Il Forum di quest’anno chiamava in causa il problema del modello economico che l’Occidente ha costruito, un modello che ignora la mesotes, il senso del limite, ed è ormai sfuggito al controllo dell’etica e della politica. La spinta compulsiva dell’avere non dà come esito la felicità e, ciò che è più grave, il pensiero umano generalmente si arrende alla supposta immodificabilità del sistema.
I nostri Great Debaters (la denominazione rimanda al titolo di uno splendido film sulla forza della parola viva) FRANCESCA BORCHI VF, GIOVANNI BORRACCIA VC, GIUSEPPE FAVA VG, LEONARDO GAGGIO VD, LORENZO GIAMBAGLI VS, GABRIELE REDIGONDA VG, hanno distillato idee originali e soluzioni possibili, tenendo come riferimento l’approccio problematico e facendo un uso moderato delle “autorità”, ovvero delle filosofie e degli autori, sforzandosi soprattutto di pensare con la propria testa.
Il risultato è un lavoro brillante, la formazione di un gruppo di ragazzi che, se li guardi discutere, fare ricerca, buttare là intuizioni o stralci di argomenti utilizzabili, se li guardi organizzarsi per affrontare le prove, ti riconciliano con la vita e suscitano qualche speranza nel futuro. Anche per il futuro della nostra scuola. Ieri a Faenza c’erano infatti insieme alla squadra, altri ragazzi del Redi che, oltre a fornire un sostegno morale hanno trascorso un pomeriggio ascoltando, formandosi un punto di vista, valutando un’esperienza sui generis qual è quella di un confronto pubblico. Tutto questo è il coronamento degli incontri al Caffè filosofico. Come definirlo? Uno spazio, un tempo libero di discussione dove l’unico vincolo è la produzione di ragioni. Grazie a tutti quelli che hanno partecipato a questa avventura, agli insegnanti Antonietta Falco, Donatella Pratesi e Piero Campanile; a Gloria, che in diverse occasioni ci ha offerto straordinarie torte e dolci e soprattutto ai ragazzi che molte volte ci sorprendono e ci danno motivi veri per continuare ad amare il nostro lavoro
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