Media ed Expo

Anselmo Grotti
Si sta concludendo la grande kermesse di Expo 2015. Il successo di pubblico è stato notevole, al di là delle previsioni. Speriamo che sia altrettanto significativa la ricaduta nelle pratiche quotidiane di produzione e gestione del cibo, che sia davvero un passo avanti nella consapevolezza di cosa occorre fare per “nutrire il pianeta”.
In questa sede però ci interessa un aspetto particolare. In che modo i milioni di visitatori sono stati informati, nei vari padiglioni, attraverso le tecnologie digitali? È interessante fare anche solo una breve panoramica.
La maggior parte dei padiglioni ha optato per una soluzione piuttosto “standard”, e non particolarmente efficace. Accanto agli “oggetti” fisici esposti, non mancava il solito video (a volte proiettato su grande schermo, altre volte – peggio ancora – su di un monitor) con informazioni, storie, contributi abbastanza didascalici. Si faceva fatica a comprendere perché si dovesse venire a Milano e si fosse dovuto tirar su una specie di città provvisoria per vedere un video che poteva essere disponibile sulla tv di casa o sul telefonino.
Alcuni padiglioni hanno scelto una soluzione più suggestiva. Intere pareti sono state inondate di immagini in movimento, con un effetto immersivo coinvolgente, una sorta di “realtà aumentata”, per cui il visitatore si è trovato proiettato in ambienti, climi, percezioni differenti. È una modalità che ha avito molto successo nella mostra multimediale su Van Gogh che ha girato l’Europa (dalla stessa Milano a Berlino). Così ad esempio per il padiglione delle Nazioni Unite o quello dell’Argentina.
Personalmente però la soluzione mediaticamente più interessante è stata quella della Germania. Accanto a installazioni analoghe a quelle di altri padiglioni (ma organizzate davvero con buon gusto e anche ironia) c’era la soluzione allo stesso tempo più semplice e più efficace. Un semplice foglio di carta bianca incollato su un supporto di cartoncino riciclato veniva offerto a ogni visitatore. Posto in una delle tante postazioni, vi veniva automaticamente proiettato, nella lingua del visitatore, non un semplice filmato, ma una serie di contributi tra cui si poteva scegliere con movimenti intuitivi del foglio. Una soluzione molto efficace, perché riunisce la enorme disponibilità del digitale con la semplicità di un cartoncino e la comodità di leggere non sullo schermo ma sulla carta.
Il futuro non è nell’esasperazione tecnologica che porta a venerare come feticci gli aggeggi sempre più zeppi di elettronica che il mercato ci spinge a comperare incessantemente. Forse il futuro è più nell’interazione intelligente tra tecnologia e semplicità. Senza dimenticare che nel padiglione tedesco non si faceva ostentazione delle proprie conquiste (come abbiamo visto in altri casi), ma un discorso molto serio e molto ragionato su come condividere un pianeta reso accogliente per tutti.
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