È il tempo il bene davvero indisponibile

Anselmo Grotti

Nella società dei consumi la lotta delle aziende aveva per obiettivo l’accaparramento della capacità di acquisto dei consumatori. Il marketing lavorava duramente per spostare le decisioni di acquisto verso questo o quel bene, questo o quel servizio. Attualmente, nonostante la crisi e nonostante che una notevole percentuale della popolazione mondiale non abbia le risorse per accedere ai beni primari, le strategie di vendita hanno modificato obiettivo. Negli Usa gli adolescenti nati dopo il 2000 sono già responsabili di 44 miliardi di dollari di consumi all’anno decisi direttamente da loro, e di altri 600 miliardi spesi dai genitori ma sotto l’influenza dei pargoli di casa. Per quella fetta di mondo cui guardano il marketing e i media il problema non sono più i soldi, ma il tempo. Occorre convincere le persone ad il loro tempo e la loro attenzione (realtà che non si possono allargare a piacere…). Una risposta è il multitasking: guardo la tv, mando messaggi al telefono, controllo il tablet… Ma allora diminuisce l’attenzione, che infatti mediamente in questi casi dura 8 secondi.

Già Beniamin e Adorno notavano che, in una società dove l’attenzione è merce sempre più rara, lo sforzo di accaparrare il tempo in modo sempre più organizzato diventa vitale. Non ci sono limiti alle possibilità di acquisto dal punto di vista di denaro ma ci sono limiti capacità di attenzione, ed è su questo che si sta scatenando una guerra senza esclusione di colpi.

 

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