L’uso del tempo

Anselmo Grotti
Su You Tube è disponibile un breve video di Gangnam Style che (secondo un calcolo fatto da Economist) è stato guardato (sinora) due miliardi di volte. Tradotto in ore significa (sinora) 140 milioni di ore. Si tratta del monte ore necessario a costruire altre quattro piramidi di Giza. Sono tantissimi i siti che vivono di video curiosi, resi “virali” (capaci di diffondersi rapidamente) grazie al passaparola dei social. Ma anche “seri” siti di quotidiani sono pieni di video di gattini e simili. Siamo passati da una civiltà di produttori a una di consumatori. L’ideologia del paleocapitalismo imponeva la necessità della produzione; quella del neocapitalismo predica la meraviglia del consumo. Tra produrre (come macchine o bestie) e consumare (come passivi spettatori) c’è una alternativa: è il generare. “Generare” è un’operazione interpersonale, che coinvolge sia il valore della gratuità (stare con qualcuno perché è un valore in sé: l’aspetto positivo del “consumare”), sia il valore della realizzazione di qualcosa che prima non c’era (l’aspetto positivo del “produrre”). È questa scissione tra produrre e consumare che occorre superare. Anche nella comunicazione digitale. Quando? Subito, come ci ricorda Sant’Elpidio. Secondo la leggenda il demonio sotto forma di corvo) voleva indurlo a rimandare la conversione a “domani” (“cras”, in latino, ricorda il “cra” del corvo). Elpidio mostrò un cartiglio “hodie”, “oggi”. È l’opposto dell’intrattenimento: “trattenere”, “rimandare”, rimanere passivi.
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